Cucina in tutti i sensi: il nostro format originale per Chef Rubio

Dopo tanto parlare di format, serialità e webserie, abbiamo deciso di svelarvi i segreti di una delle serie di successo alla quale abbiamo contribuito: RECTV Produzioni infatti è stata produttore esecutivo, nel 2017, della terza edizione di Cucina in tutti i sensi, la webserie ideata da Chef Rubio per portare le ricette e la cucina a tutti, con traduzioni in Lingua Italiana dei Segni e screenreader per non vedenti.

Cucina in tutti i sensi, un format accessibile

Quattro lunedì per quattro ricette speciali e un approccio completamente accessibile alla cucina: ecco l’idea di Chef Rubio per il suo format seriale Cucina in tutti i sensi. Una sapiente miscela di parlato, lingua dei segni e immagini, una ricetta capace di rendere questa piccola serie piacevole, ma al contempo accessibile a tutti. E proprio a questo scopo ogni ricetta proposta viene tradotta in LIS per essere comprensibile anche alle persone sorde, mentre è possibile, parallelamente, scaricare gratuitamente la app screenreader per non vedenti, che traduce le immagini in descrizioni audio. 

«Con questa produzione – ha spiegato Chef Rubio, da sempre promotore della democrazia in cucina – abbiamo voluto mettere in atto un ulteriore esempio d’integrazione in cucina. Con il gruppo di lavoro si è provato a dosare il parlato, il segnato e l’audio per restituire un prodotto democratico, che sia piacevole per un pubblico sempre più vasto, con e senza abilità sensoriali».

Un format pensato non solo per cucinare, non solo per ampliare il pubblico, ma per sperimentare, grazie alle possibilità di video e tecnologia, nuove forme di comunicazione, in grado di raccontare la cucina oltre le logiche immediate della sensorialità. 

Chef Rubio e i suoi ospiti in cucina

Insegnare a cucinare a tutti, nessuno escluso, questo lo scopo di Cucina in tutti i sensi: quattro puntate per illustrare altrettante videoricette: si parte con una tempura di verdure per poi passare a una pasta alla norma, a una tartare di manzo e finire in bellezza con una apple pie.  La mini serie non ha per protagonista solo Chef Rubio, volto noto, ma anche l’istruttrice e attrice sorda Deborah Donadio (dell’Istituto Statale Sordi di Roma ISSR) e la Sous Chef ipovedente Serena Sacco (de L’Altro Spazio di Bologna). Super ospite, invece, Oney Tapia, campione paralimpico della FISPES già vincitore di Ballando con le Stelle: a lui la responsabilità di lanciare le richieste in cucina.

Un cast che ricorda l’assenza di barriere in cucina, perché nessuno, tra i fornelli, si senta escluso nelle possibilità di sperimentare o imparare. «Con il gruppo di lavoro si è provato a dosare il parlato, il segnato e l’audio per restituire un prodotto democratico, che sia piacevole per un pubblico sempre più vasto, con e senza abilità sensoriali» ha raccontato ancora Chef Rubio. 

Cucina in tutti i Sensi è stata prodotta e ideata da Tumaga, la società di produzione indipendente fondata da Chef Rubio in collaborazione con Istituto Statale Sordi di Roma (ISSR) e L’Altro Spazio, e vede il contributo di Excelsa e Peroni e il supporto di Fispes e Aran Concept Store di Roma Gregorio VII; con l’assistenza del foodstylist Bruno Settimi e della sua società di servizi Basilico.

 


 

Curiosi di sapere quali risorse possiamo mettere a vostra disposizione?

Per l’esperienza di Cucina in tutti i sensi l’esperienza di RECTV Produzioni in soluzioni audiovisive inclusive e custom-made è risultata la chiave vincente. Se avete bisogno noi siamo qui, pronti a realizzare per voi prodotti adatti a ogni esigenza!

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Web serie: tutto quello che c’è da sapere

I format seriali sono prodotti di estremo successo: il potere della narrazione, episodio dopo episodio, coinvolge il pubblico e lo fidelizza, portandolo a diventare spettatore inossidabile. È un processo che conosciamo bene: avviene per esempio con la fiction e le serie tv. Tuttavia, i format a puntate non sono – o meglio, non sono più -, gli unici esempi ai quali fare riferimento per tentare innovative video strategy. Il digitale è infatti una grande risorsa oggi, grazie al successo crescente delle web serie. 

I mondi delle serie: dal fumetto al web

Abituati a riferirci a prodotti video a puntate da guardare e seguire in tv, spesso non pensiamo che gli universi narrativi progettati a partire da un format e costruiti con una precisa serialità popolano anche altri media. Pensiamo per esempio ai fumetti, una delle forme di serialità più classica, ma anche alla pubblicità, che da sempre gioca con le “puntate” (basti pensare al classico italiano, il Carosello, che ha caratterizzato la prima tv italiana facendone la storia). Oggi i nuovi universi della serialità sono quelli del web e del digitale, dove si trovano webserie, videogame, prodotti innovativi che sperimentano e si adattano alle possibilità creative offerte dal mondo social. 

 

Le webserie, piccola storia di un format

Siamo ormai abituati, visto lo sviluppo enorme della telefonia mobile e la pervasività del video  a fruire di prodotti anche attraverso il display del nostro cellulare o tablet, e i trend del momento, favoriti anche dalla pandemia di coronavirus che ha ridefinito i paradigmi attraverso i quali ci affacciamo al web e al mondo del video, confermano questa tendenza.

Le webserie si inseriscono perfettamente in questa tendenza. Si tratta di fiction realizzate appositamente per il web e per essere seguite da dispositivi mobili. Il concetto non è nuovo: fin dagli anni Novanta, con il progressivo crescere delle possibilità offerte da Internet, tanti network hanno sperimentato linguaggi e creatività confrontandosi con nuovi modi di fruizione. Del 1997 è per esempio Homicide: Second Shift, spin-off della serie televisiva Homicide: Life on the Street mandato in onda sul sito dedicato della NBC. Tantissimi sarebbero gli esempi internazionali, ma per restare in Italia ci limitiamo a citare Lost in Google, realizzata dalla casa di produzione The Jackal per Youtube, una webserie di fantascienza la cui caratteristica innovativa era probabilmente l’interazione con gli utenti su modelli di altri esperimenti americani. Addirittura, in Lost in Google i commenti ricevuti sotto le puntate erano utilizzati per sceneggiare gli episodi successivi. 

 

 

Non sfuggirà il potenziale creativo di prodotti del genere, aperti alla sperimentazione e all’interazione diretta con il pubblico, un potenziale che, dal 2008 ha portato alla nascita di diversi riconoscimenti tra cui l’International Academy of Web Television (IAWTV), che premia con gli Streamy Awards le migliori serie nate per il digitale. 

 

Perché progettare una webserie?

Lavorare in ambienti digitali significa anche sperimentare e confrontarsi con novità che riguardano innanzitutto i format e le possibilità narrative. Questo per adattarsi alle caratteristiche del mezzo, che vanno dalla brevità, alla sottotitolazione per la fruizione in ambienti pubblici senza audio, ad altri aspetti più stilistici che hanno a che fare con il tono di voce, l’ironia e altri giochi testuali, non ultima la possibilità di interazione con il pubblico. 

Le webserie sono nate spesso come spin off, un accompagnamento a latere di prodotti più grandi, spesso serie tv o film, ma esistono anche prodotti originali che in parte stanno sostituendo la fruizione classica sul canale televisivo e attirando un nuovo pubblico. Il taglio sarà naturalmente adatto al contesto web: agile, veloce, adatto a creare engagement. Ecco perché non escludere a priori, per la propria videostrategy, la realizzazione di una piccola serie da diffondere sui canali web, dove è possibile una maggiore sperimentazione utile a definire meglio il proprio target o ad ampliare il pubblico. 

Piacevole da seguire, leggera, non troppo istituzionale: la webserie potrebbe diventare il fiore all’occhiello della vostra azienda, un prodotto capace di caratterizzarla e di portare traffico sui vostri canali e incrementare la visibilità.


 

Vi abbiamo convinti?

RECTV Produzioni vi aspetta per risolvere tutti i vostri dubbi e progettare con voi la soluzione più efficace per la vostra realtà!

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