Tutti cantano Sanremo! Soprattutto i giovani, aggiungiamo noi. Come come? Ti sembra un’affermazione strana? Mentre si avvicina la serata di inizio della settantaquattresima edizione della manifestazione mediatico-musicale più amata d’Italia (e non solo!), e mentre aspettiamo anche noi con curiosità di tuffarci al Teatro Ariston di Sanremo con Amadeus e scoprire chi dirigerà l’orchestra, ci siamo trovati a riflettere sulla centralità che una manifestazione come il Festival della Canzone Italiana di Sanremo ha nel grande e complesso mondo della comunicazione.
È come un Moloch che, con la sua potenza, si rinnova ogni anno, catalizzando l’attenzione delle case discografiche, della stampa, dei brand, e mastica e rinnova strategie e tendenze, creando nuovo “buzz”, lanciando tendenze, polemiche, meme… Tutto quanto utile per diventare una vetrina che per cinque serate, e ben oltre, si offre a un bacino enorme di utenti incollati agli schermi di tv e smartphone.
Il pubblico che si allarga
Uno dei dati più attesi dai giornalisti delle sale stampa festivaliere è quello relativo ai numeri del pubblico, dallo share ai target coinvolti. Carta canta: negli ultimi anni, e in particolare con il contributo della direzione artistica di Amadeus, il Festival di Sanremo ha profondamente rinnovato la sua narrazione e le sue strategie digitali. Sono fattori che si accompagnano: il Festival è cresciuto sulle piattaforme social, e per farlo ha dovuto imparare e proporre nuovi linguaggi. Esattamente quelli utili per ingaggiare nuove fette di pubblico. I dati Auditel raccontano della crescita del pubblico tra i 15 e i 34 anni, forse il target più interessante considerato il coinvolgimento social. Sono loro che hanno fatto segnare il 53% di share nel 2019 e che hanno avuto un’ascesa inarrestabile arrivata al picco del 73% nel 2023.
Cambia lo storytelling, la strategia diventa pluricanale, e il Festival, da prodotto tipicamente televisivo, si conferma oggi un format seguito da quasi ogni fascia di età su tantissimi dispositivi diversi e in un periodo di tempo che scavalca la classica settimana all’Ariston. Amadeus è riuscito nella magia: ha intercettato i giovani sui social e li ha portati dentro la grande macchina festivaliera. Certo, il fenomeno è agevolato – e a sua volta amplificato ulteriormente – da fenomeni paralleli che fanno “buzz” intorno al Festival. Uno su tutti? Il Fantasanremo, che spicca tra i tanti pretendenti perché si tratta di un’iniziativa nata dal basso, essenzialmente giocosa e leggera, che incentiva la partecipazione in squadre.
Dal Fantasanremo alle classifiche
Anno dopo anno, forte dei nuovi pubblici, il Fantasanremo è diventato riconoscibile come fenomeno a sé e ha segnato anche tanti record. Anche in questo caso, tutto si mescola e il fuori e dentro al Festival non contano più: ogni cantante in gara attira bonus o malus a seconda dei propri comportamenti e performance durante l’esibizione, ma ne succedono di ogni anche fuori dal format specificamente televisivo, con appelli e siparietti che rimbalzano tra i social e le svariate iniziative in città.
E se il Fantasanremo non è che una classifica basata sul punteggio di una gara speciale, ci sono poi le classifiche vere, quelle tenute d’occhio dalle case discografiche. Non è difficile immaginare, scorrendo la lista dei partecipanti del Festival 2024, la precisa intenzione di inglobare i nuovi target di pubblico, le tendenze più in voga, artisticamente, musicalmente, persino tematicamente, e così le nuove tematiche sociali che circolano nell’opinione pubblica e sui media. Succede anche e soprattutto grazie alla partecipazione di cantanti giovani e che piacciono ai più giovani. Un fenomeno passeggero? Tutt’altro: sono sempre i giovani cantanti a dominare le classifiche anche ben oltre il periodo festivaliero. Segno che il grande Moloch ha centrato l’obiettivo.
Come gira la musica giovane
Ebbene sì: Sanremo, totalmente svecchiato – o quasi! – è un appuntamento decisivo per il mercato discografico. E, come abbiamo visto, a questo aspetto hanno contribuito anche le nuove strategie di comunicazione e lo storytelling. A confermarcelo sono i dati della Fimi, la Federazione dell’industria musicale, secondo cui l’effetto streaming che deriva dalla nuova narrazione del Festival e dal suo nuovo pubblico giovane è un fenomeno di vivo interesse per le case discografiche. Come ben sottolinea Ansa, il ricambio generazionale è evidente: “tra il 2019 e il 2023 la media dell’età degli artisti in top ten è infatti scesa del 18%, passando da una media di oltre 36 anni a una di 29.9 nel 2023”.
Che cosa dicono le classifiche? La stessa cosa: “per tre anni consecutivi sono stati presenti gli artisti che hanno conquistato il primo posto per l’album più venduto nella classifica annuale – Rkomi (Taxi Driver, 2021), Lazza (Sirio, 2022) e Geolier (Il coraggio dei bambini, 2023)”. Che cosa aspettarci dunque dal 2024? Considerato il cast, ricchissimo e variopinto, la tendenza non si discosterà dagli anni precedenti: si va verso il mercato e le sue preferenze di ascolto. A confermarci che Sanremo è mutato pur rimanendo sempre al centro della dieta mediatica italiana (e pensare che tutto nacque nel 1951 senza nemmeno la tv!) sono gli ascolti in streaming: i dati ci raccontano che i brani in gara al Festival 2023 hanno superato per la prima volta il miliardo di riproduzioni, in netto rialzo dal 2020 in poi. Cosa ci dobbiamo aspettare da questo 2024?
Sistemiamo le casse e prepariamo i click quindi: ne stiamo per ascoltare delle belle! Se la dinamica di successo delle strategie sanremesi ti ha fatto pensare alla tua attività e a come provare azioni simili intrecciando storytelling, canali digitali e creatività, tra una canzone e l’altra non dimenticare di dare un’occhiata ai nostri servizi e, se ti va, di contattarci per una prima chiacchierata alla scoperta delle mosse giuste per scalare la classifica!