La tax credit per il cinema: un’estate di novità in arrivo

Il Ministero della Cultura  ci ha lavorato a lungo e ora la Direzione generale cinema è pronta a lanciare le modifiche al nuovo tax credit per il cinema e l’audiovisivo. A giorni, a quanto annunciato da direttore Nicola Borrelli, su  Cinematografo, dovrebbero essere approvate le modifiche contenute nella bozza già resa nota ai vari Ministeri coinvolti.  Secondo il sottosegretario Lucia Borgonzoni, che lo ha dichiarato poco tempo fa al Sole 24 ore, l’idea è quella di avere il nuovo regolamento in funzione già per l’estate 2024. 

I crediti di imposta e l’industria del cinema italiana 

Come spiega il sito della Direzione, “i crediti di imposta sono una compensazione dei debiti fiscali e previdenziali delle imprese, calcolata automaticamente sulla base dei costi sostenuti per lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale e internazionale di film, opere tv, opere web, videogiochi e per l’apertura o ristrutturazione di sale cinematografiche, per i costi di funzionamento delle sale cinematografiche e per le industrie tecniche”. I tax credit previsti dalla legge sono quelli per lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale, l’esercizio (quindi le sale cinematografiche), le industrie tecniche e di post-produzione e i videogiochi. 

Ma da cosa nasce l’esigenza di una nuova regolamentazione per chi lavora nel cinema? Si tratta di un provvedimento che tocca da vicino soprattutto il mondo della produzione nostrana: la tax credit ha infatti accompagnato la crescita del cinema italiano portandolo ad altri livelli. Come esplicitato dal Sole 24 ore nell’articolo che abbiamo già citato, se si va a indagare sulle richieste per la tax credit si scopre un’ingente richiesta per “Memorie da Mexico city” di Luca Guadagnino (17,8 milioni), per  “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo (l’erogazione più alta finora, con 9 milioni), e che anche film di successo come “Comandante”, “Io Capitano” e l’acclamato “C’è ancora domani” hanno potuto usufruire del tax credit. 

Aspettando il decreto: qualche novità

Insomma, le risorse di questo strumento sono considerate di importanza centrale, da qui una certa forma di apprensione per la riforma annunciata. Riforma che, tuttavia, dovrebbe guardare a un generale riordino del sistema finalizzato all’ottimizzazione, e alla durata: la speranza è che si approdi a un panorama più o meno stabile, con normative che possano restare in vigore almeno per un triennio. Questo è quanto auspicano i promotori. 

A quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, nel decreto interministeriale ci sono varie novità che riguardano l’intelligenza artificiale, ormai protagonista indiscussa dei dibattiti nell’industria creativa, ma anche temi strettamente connessi al lavoro, agli appalti e alla trasparenza. Verranno distinte opere “a mercato” e opere beneficiarie di “contributi selettivi”, contributi cioè per opere prime e seconde, di particolare qualità artistica o che raccontano eventi e personaggi dell’identità culturale italiana. A ciascuna tipologia spetterà un iter differente. La riforma toccherà anche le percentuali di crediti in forma diversa a seconda proprio delle tipologie di opere. 

La normativa sarà molto dettagliata e specifica per ciascuno dei settori che abbiamo citato prima. Se lavori nel mondo del cinema e dell’audiovisivo ti sarà già nota, ma ricorda che puoi sempre fare riferimento a specialisti del settore che sappiano aiutarti. Anche informarsi sul panorama normativo fa parte delle curiosità che rendono unico il nostro lavoro. Ancora non ci conosci? Scopri il mondo di RECTV e quello che possiamo fare per te, dalla produzione video al web, troviamo la soluzione giusta insieme! 

Chi è di cosa si occupa un produttore esecutivo? Simone Gandolfo risponde a RecTv

L’esperienza di Simone Gandolfo nel mondo del cinema e dell’audiovisivo è sfaccettata e varia. Dopo aver fatto l’attore e aver studiato regia negli States, è oggi una delle anime di Macaia Film, una casa di produzioni video che si occupa di tutto ciò che riguarda il supporto e i servizi di produzione, per esempio la ricerca delle location, il casting per gli attori, la gestione del set e della troupe, il noleggio del materiale tecnico, la post-produzione audio e video e una serie di aspetti decisivi ma non sempre sotto i riflettori. Insieme a Simone Gandolfo abbiamo dunque chiacchierato del mondo sfaccettato della produzione per scoprirne un po’ di più. 

Simone, partiamo dal tuo percorso: hai fatto molte cose e attraversato varie professione del mondo cinematografico, come ci racconteresti il modo in cui si è arrivato fin qui? 

«Ho iniziato facendo l’attore, anche con buoni risultati, e poi nel 2009 sono andato a studiare a New York dove sono stato per un po’ di tempo. Alla New York Film Academy ho studiato produzione e regia, ho iniziato così una carriera con un percorso da regista, ho fatto un paio di film e delle serie documentarie, e un po’ di altre cose. Però dopo essere tornato da New York è accaduto quel che accade negli States, dove è abbastanza normale che un regista o un attore abbiano la propria società. Ho incontrato un vecchio amico di infanzia, Manuel Stefanolo, e abbiamo fondato insieme Macaia Film: dal 2010 sempre più, progressivamente, la nostra attività si è incentrata sulla produzione». 

Cosa significa fare il produttore?

«Quello della produzione è un mondo un po’ sconosciuto… Non è più come, nell’immaginario comune, il produttore degli anni Settanta ha un budget e lo investire: il produttore non è solo quello, è un talent scout che trova storie che possano incontrare il gusto del mercato, talenti che si possano sviluppare, registi che possano girare queste storie, e che mette insieme la troupe e trovare i finanziamenti per realizzare tutot quanto. In Macaia Film da dieci anni facciamo sempre più questo tipo di attività, e poi lavoriamo per altre società, io come live producer, colui che generalmente si occupa della parte gestionale, Manuel come amministratore generale, colui cioè che si occupa di far quadrare i conti. Lavoriamo insieme e separati, questo è un po’ quello di cui ci occupiamo». 

Se un giovane ti chiedesse come si fa a diventare produttore, che cosa consiglieresti?

«Per fare i produttori bisogna conoscere molto bene tutti gli aspetti di questo mondo: bisogna essere curiosi, non avere paura di lavorare trenta ore al giorno e essere caratterizzati da un giusto mix di spericolatezza e piedi per terra. E poi avere l’istinto, e da lì svilupparlo: non è un talento e come tutto va sviluppato, è un seme che puoi avere oppure no, ma va coltivato».

Quello del produttore è un mestiere che sicuramente presenta difficoltà e ostacoli, quali sono gli aspetti più complessi che si possono incontrare?

«Le parti più complesse sono sempre quelle legate alle relazioni umane: hai a che fare con settanta, cento, centocinquanta persone contemporaneamente, a seconda del progetto, e devi trovare il modo di farle andare tutte d’accordo. In un ufficio un team di lavoro ci mette due anni per andare a regime, ma tu hai una serie televisiva magari per cui a disposizione hai solo quindici giorni e quindi tutti devono andare d’accordo fin da subito, altrimenti… la barca va a schiantarsi contro gli scogli! La parte delle relazioni è al sessanta per cento simile a quello che potrebbe fare uno psicanalista! Tutto questo va naturalmente associato al fatto che tu hai un budget e devi stare in quella cifra facendo il lavoro migliore possibile. È come un direttore d’orchestra: di coloro con i quali lavori ognuno ha il diritto di sentirsi solista, ma sei tu che devi capire che in quel momento è meglio se si senta il flauto, la batteria o la chitarra. Non è sempre facile e scorciatoie non ce ne sono!»

Al contrario, però, sicuramente ci sono soddisfazioni ed entusiasmi…

«Certo, per esempio due anni fa un film che abbiamo prodotto, Io sono Vera, che ha girato i più importanti festival del mondo, è finito in Cile. E insomma, quando vai a Santiago del Cile e lo vedi proiettato lì… è bello!

Ci sono fatti bizzarri, curiosi e divertenti nel tuo e nel vostro lavoro? 

«Le cose bizzarre sono all’ordine del giorno, rispetto a questo tema per esempio è capitato di dover girare con una comunità di indigeni che non aveva contatti con il mondo occidentale, e io sono dovuto andare davanti al consiglio dei saggi e stare in assemblea mentre loro consultavano gli spiriti per capire se avevamo una buona onda o no!»

Qual è la giornata tipo del produttore?

«Quando ti svegli devi pensare ai fusi orari: da te è mattino ma in India no, per esempio, quindi devi stare attento agli orari, poi apri la posta e trovi le consuete cento mail da leggere, ma prima c’è bisogno di un caffè! La giornata quasi sempre è un susseguirsi continuo di cose da fare e tu devi stare dietro a un tuo programma che varia continuamente e al quale ti devi per forza di cose adattare, cercando di tenere tutto insieme».

Di cosa ti stai occupando ora, e cosa c’è nel futuro? 

«Al momento mi sto occupando di una serie televisiva che gireremo tra Genova, Finale Ligure e Sestri Levante, il mio socio Manuel sta lavorando su altri progetti e saremo impegnati così fino all’autunno. Nel futuro un po’ meno prossimo però ritorneremo a lavorare insieme con qualche progetto internazionale che stiamo mettendo insieme». 

Video vintage: i Film di Famiglia del progetto Home Movies

Vecchie pellicole, ricordi di epoche passati e di volti che sembrano sprofondare nella memoria. E se non fosse tutto finito così? I vecchi film girati in famiglia possono avere un grande valore storico e documentario, a testimoniarlo è il progetto Homemovies, promosso dall’Archivio Nazionale del Film di Famiglia, fondato e gestito a Bologna dall’Associazione omonima Home Movies, e dichiarato dal MiBAC archivio d’interesse storico particolarmente importante.

Un patrimonio audiovisivo inedito

Salvare e trasmettere un patrimonio audiovisivo nascosto e inaccessibile, questa la mission dell’Associazione che nasce nel 2002 e che nel corso del tempo si è solidificata, promuovendo tante rassegne e iniziative alla riscoperta di quel patrimonio di video che fanno parte dei ricordi privati, e che sono quindi inediti. La documentazione audiovisiva inedita, privata e personale, raccolta dall’Archivio, costituisce un ampio e prezioso giacimento visivo per la storia italiana del Novecento, che progressivamente viene reso pubblico e messo a disposizione attraverso progetti e iniziative.

Tra gli eventi curati da Home Movies c’è per esempio Archivio Aperto, rassegna annuale dedicata alla riscoperta del patrimonio cinematografico privato e inedito con la proiezione di film amatoriali, sperimentali, indipendenti e documentari.  Tanti sono anche i documenti che testimoniano il legame con Bologna, ma c’è anche una parte dell’archivio dedicata a reportage da mondi remoti. L’8mm e il super8 hanno permesso infatti, prima dell’avvento delle videocamere portatili e dei telefoni, di riprendere in movimento i colori dell’esotismo. 

Mondo Home Movies è il progetto che ha proposto tre di questi reportage da luoghi remoti, fra gli anni ’60 e gli anni ’80 del secolo scorso, realizzati da cineamatori in vacanza in Africa, nelle paradisiache isole del Pacifico Fiji e in Afghanistan. Sono descritti come carnet di appunti visivi sulla bellezza dei luoghi, la purezza dei colori, la spontaneità degli sguardi degli abitanti del posto ai quali si contrappone la presenza, a volte ingombrante, dei viaggiatori stessi. Insomma, video estremamente interessanti ancora oggi, la cui sonorizzazione è stata affidata a tre musicisti che hanno tratto ispirazione nei luoghi rappresentati e nella cultura musicale associata.

MemoryScape: l’archivio Home Movies online 

Nel 2019 l’Archivio Home Movies ha dato inoltre il la a un nuovo progetto legato al video e al digitale: MemoryScapes, il cinema privato online. L’idea che lo anima è quella di rendere visibile online una parte della preziosa documentazione di Home Movies. Al momento le prime due serie sono già accessibili e permettono di esplorare oltre mille brevi filmati.

Si tratta in questo caso di una serie di percorsi tematici e cronologici grazie ai quali esplorare paesaggi, strade, volti, gesti, oggetti della memoria comune. Attraverso una navigazione semplice e immediata basata su una ricerca per anni, temi e luoghi, Memoryscapes permette di viaggiare nel tempo e nello spazio di un’Italia perduta e ritrovata.

Memoryscapes è frutto di un lungo lavoro di ricerca, selezione, descrizione, digitalizzazione ed edizione video di pellicole Super8, 8mm, 16mm e 9,5mm girate tra gli anni ‘20 e gli anni ‘80 del XX secolo. Un patrimonio straordinario ora accessibile a chiunque dal proprio pc o dal proprio smartphone: studiosi e studiose, docenti di scuola e università, registi, cittadini e cittadine che abbiano semplicemente voglia di immergersi nelle immagini della nostra memoria.  

 


 

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A Torino un videomapping spettacolare sulla Mole per festeggiare il cinema

Magia, suggestione, fascino e storia: c’è tutto questo e molto di più nell’omaggio al mondo del cinema che parte dalla Mole Antonelliana di Torino per celebrare la settima arte in un’estate segnata dal faticoso ritorno alla normalità dopo l’emergenza sanitaria del 2020. Dal 24 giugno al 20 luglio 2020 la sede del Museo Nazionale del Cinema diventa infatti essa stessa un cinema a cielo aperto, grazie a uno spettacolo di videomapping innovativo che si propone di raccontare il cinema al grande pubblico, anche a quello internazionale. 

Lo spettacolo si ripete tutti i giorni, dalle 21:00 alle 23:30, quando inizia la magia del video e i quattro lati della cupola della Mole si animano contemporaneamente con uno spettacolo. Venti minuti di emozione per un omaggio alla Torino cinematografica, al cinema italiano e alle grandi star internazionali di tutti i tempi, in un montaggio serrato e visionario realizzato da Donato Sansone. 

 

Un omaggio alla Torino del cinema 

Le proiezioni alternano elementi e materiali, molti dei quali appartenenti alle ricche e prestigiose collezioni del Museo Nazionale del Cinema: foto, manifesti e oggetti si avvicendano a sequenze e elementi di computer grafica, in un crescendo emozionale che coinvolge fino all’ultimo frame. Si parte dall’omaggio al cinema torinese e italiano, per arrivare alle grandi star. Le fotografie animate dei volti bellissimi delle attrici e degli attori noti al grande pubblico – da Sophia Loren a Marcello Mastroianni, da Claudia Cardinale a Vittorio Gassman, da Massimo Troisi a Ornella Muti, da Ugo Tognazzi a Monica Bellucci – si incontrano con i manifesti che hanno scandito la storia del cinema italiano: la bellezza dei loro sguardi si interseca con il tributo al regista italiano più visionario, Federico Fellini, nell’anno del centenario della sua nascita. 

A questi si aggiungono memorabili sequenze di film girati a Torino, da Cabiria a The Italian Job, fino alla sezione dedicata alle icone cinematografiche internazionali: da King Kong a Spiderman, dall’agente 007 a Indiana Jones, da Vito Corleone al perfido Darth Vader.

 

Una tecnologia speciale per un videomapping spettacolare

Si tratta di uno spettacolo tecnologicamente avanzato, che prevede l’utilizzo di 8 videoproiettori a led posizionati sui palazzi adiacenti che proiettano simultaneamente sui 4 lati della cupola; la sincronizzazione delle immagini che partono dalle quattro postazioni avviene con dei trasmettitori wireless che dalla Mole Antonelliana diffondono il segnale via radio e, grazie alla mappatura architettonica dell’edificio – mai fatta prima –, sarà possibile assistere a inediti giochi di luci e colori. 

È così che nell’estate 2020 la Mole, gioiello architettonico progettato da Alessandro Antonelli, una sorta di “archistar” ante litteram, diventa una torre cinematografica, un inusuale faro luminoso, un suggestivo schermo multimediale che proietta immagini in movimento e sarà visibile da tutta la città.  Il progetto di videomapping entrerà inoltre nel Museo come “opera” audiovisiva, un patrimonio che in futuro potrà essere aggiornato e riproposto insieme ad altre opere di videomapping create da grandi registi e giovani artisti. 

Sono stati installati, inoltre, 4 media player Dataton, ossia 4 server in grado di fornire multi-uscite video per permettere la riproduzione sincronizzata dei contenuti multimediali e una regia workstation posizionata all’interno della Mole. Infine, la sincronizzazione effettiva avverrà tramite l’utilizzo di 4 router LTE che, mediante una connessione a bassa latenza che permette una velocità di comunicazione superiore allo standard e un controllo in diretta dei 4 proiettori, farà comunicare tutte le macchine all’interno dello stesso network, per poter lavorare in modo sincronizzato.

 

20 anni del Museo Nazionale del Cinema e della Film Commission Torino Piemonte

Lo spettacolo di video mapping è il cuore dei festeggiamenti per celebrare i 20 anni del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e di Film Commission Torino Piemonte, un doppio compleanno che celebra la vocazione cinematografica di Torino, culla degli albori della Settima arte, solidamente ancorata alla propria vocazione ma da sempre aperta alla sperimentazione dei nuovi linguaggi audiovisivi.

Sui lati della Mole non compariranno solo omaggi cinematografici alla città, ma un racconto degli elementi chiave di Torino, come l’acqua che riempie la Mole trasformandola in acquario, omaggio al fiume Po in cui nuotano personaggi ironici e legati all’immaginario infantile, o le automobili che si inseguono in maniera rocambolesca e, ancora, il volo con le sequenze più vertiginose che contraddistinguono i film d’avventura. Non mancano l’amore romantico, con i più bei baci della storia del cinema, e i momenti di festa, in omaggio al doppio compleanno, con proiezione di fuochi d’artificio. 

Le sorprese non finiscono però qui: il videomapping sarà solo il primo tassello di un progetto più ampio che accompagnerà la città al 20 luglio, quando si festeggerà il compleanno, momento per spegnere le candeline e dare il la a tanti nuovi progetti e collaborazioni, tutte all’insegna del grande cinema. 

 


 

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